15 dicembre 2007:  Non tutte le ciambelle…….

 

Era proprio cominciata bene;  i soliti riti del sabato mattina; le solite battute fra di noi durante le varie fasi di preparazione del teatro; gli addobbi, i panettoni, l’invadenza del Gipo, le disquisizioni sulle disposizioni delle tavole,il brindisi propiziatorio, il darsi appuntamento al pomeriggio per la festa di Natale.

 

Già al mattino un primo segnale negativo: il microfono del teatro non funziona, bisogna chiedere soccorso al gruppo “gastronomico” di Valenti e C.

 

Quando nel primo pomeriggio arrivano i protagonisti dello spettacolo, vengo assalito da mille dubbi e perplessità, che in un amen si trasformano in paura; come è possibile che questi tre ragazzini che mi trovo davanti e che non fanno che interrogarmi sul numero e sull’età degli spettatori, spaventati come sono dalle tante poltroncine preparate per la platea del teatro, abbiano la capacità di stimolare l’attenzione dei piccoli spettatori che intanto cominciano ad arrivare?  Provo allora a fare io delle domande sul tipo di spettacolo che hanno preparato, ma l’unica notizia certa che riesco a captare è che il più bravo di loro si è ammalato e pertanto la compagnia teatrale si presenta a ranghi ridotti; a questo punto la paura diventa panico, cerco disperatamente conforto dalla mitica Giusy che prova a tranquillizzarmi, ma è tutto inutile, anche perché nel frattempo è sparito anche Don Francesco che era previsto dal copione, dovesse dire due parole di saluto subito dopo il mio consueto sermone.

Finalmente il Don viene recuperato e la festa può cominciare: mi accomodo sul palco; afferro il microfono di scorta e alla meno peggio svolgo il compitino istituzionale,  ma la testa è sempre più proiettata al dopo, a quando comincerà lo spettacolo; rimango in teatro ancora il tempo di sentire i saluti augurali del Don e per ringraziarlo delle parole; esco di corsa dal teatro per andare a farmi un caffè, ma soprattutto per non assistere ad uno spettacolo che incomincia circondato da presentimenti negativi.

 

Quando poi rientro in teatro ed ho l’opportunità di vedere all’opera i teatranti, rimango veramente sgomento; lo spettacolo (ma forse non è il termine giusto) si sta trascinando fra il disinteresse assoluto dei bambini e dei genitori ormai assonnati: per dirla alla Fantozzi, una c… a pazzesca.

 

Fortunatamente basta poco a fare tornare il sorriso ai bambini: l’estrazione della lotteria, la consegna della sciarpa blucerchiata, il dono del panettone, e tutto finisce in allegria.

 

E’ proprio il caso di dirlo: non tutte le ciambelle riescono col buco.