ASTRA - SAN LEO 3 -3
Eppure mi ero ripromesso di…
Siamo ritornati
a vedere almeno per mezz'ora la squadra che avevo amato all'inizio del campionato.
Sono tornato per mezz'ora ad esaltarmi per quelle triangolazioni, quei lanci
in profondità, quegli scatti e quelle ripartenze che fanno del calcio
uno sport non rozzo e casuale, ma un grande concerto d'orchestra impreziosito
dagli a solo dei solisti.
Pochi minuti e siamo avanti : retropassaggio corto del centrale avversario,
il Pibe si infila come un falco e batte con un pallonetto superbo il portiere
avversario.
Continuiamo a giocare e a disegnare sul campo geometrie da far morire di invidia
Euclide e su una punizione arriva il premio a questa applicazione costante
e piena di verve che ha avuto nel Mambro un sublime direttore d'orchestra.
Palla al centro dell'area, Auri colpisce di testa, ma il portiere avversario
ribatte solo che lui ci crede ancora e agguanta la palla e con un sinistro
incrociatissimo infila la porta.
Sembra non essere finita perché il Bego su un lancio si incunea fra
i due centrali avversari e nel tentativo di fare il verso al pallonetto del
Pibe manda sul fondo.
Cosa importa siamo due a zero e non hanno quasi mai passato la metacampo.
Adesso c'è una punizione per loro; il rinvio finisce sui piedi di uno
dei protetti di San Leo che gli da una mano a saltare con un pallonetto Simone
e a presentarsi in area prima che i nostri difensori riescano a chiudere .
Rasoterra secco e 2 a 1.
Due minuti dopo Scotti, decisamente uno dei migliori in questa prima metà
di campionato, rimane un attimo indeciso se rinviare o toccare lateralmente
una palla intercettata a tre quarti campo: morale intercetto di un attaccante
che vola via sulla fascia e al momento del cross trova il braccio del John
che sta saltando. Braccio staccato dal corpo, fallo involontario ma danno
procurato effettivo: il rigore assegnato dall'arbitro ci sta e , nonostante
tutti gli scongiuri insaccano.
2 a 2. In due minuti abbiamo dilapidato per giovanile inesperienza ciò
che avevamo accumulato in un tempo di sacrificio, manco fossimo obbligazionisti
della Parmalat.
Eppure mi ero ripromesso di non parlare mai degli arbitri necessari come il
pane per queste nostre partite , ma che qualche volta come il pane impangonano,
rimangono sullo stomaco.
Come faccio, dicevo, a non parlarne se da questo momento è lui il protagonista
della partita. Verrei meno al mio dovere di cronista.
Questo pareggio ci sta stretto e il Pibe sembra esserne soddisfatto meno degli
altri quando si invola verso la porta avversaria e a quel punto mi pare di
essere alla finale dei mondiali di rugby: cinturato e placcato all'interno
dell'area si affloscia sotto quel monumento d'uomo del centrale avversario.
L'arbitro sorride e fa continuare: per un attimo anche la sua testa è
corsa al pallone ovale ed ha apprezzato l'azione del difensore.
Nell'intervallo qualcuno lo illumina e gli ricorda che si tratta di un altro
sport e la sensazione è che, se riusciamo a entrare in area in maniera
decente, ci restituirà il mal tolto.
Ci siamo da poco messi a tre in difesa con l'ingresso del Ciancio in mediana
quando il Pibe, ancora lui, tenta una penetrazione in area, il difensore lo
contrasta di spalla e lui si affloscia a terra. Non c'è fallo, ma l'arbitro
ci deve qualcosa e fischia. Fischia anche per spedire nello spogliatoio un
difensore avversario che deve averlo mandato a fare ciò che tutti noi
quotidianamente facciamo. Il Pibe realizza: esultiamo.
Mancano 11 minuti siamo 11 contro 10, anzi no, 11 contro 9 perché poco
dopo anche il centrale avversario raggiunge gli spogliatoi per qualche salace
commento sull'operato dell'arbitro.
Arretriamo troppo, ma non corriamo pericoli. L'unico nostro pericolo è
la crisi di coscienza dell'arbitro che si deve essere domandato " Non
avrò infierito troppo espellendone due ? " E così quando
il pallone calciato dall'avversario colpisce al ventre il Leo si deve essere
detto, facendo ricorso alle più approfondite nozioni di anatomia, la
pancia è una parte del corpo e, come tale strettamente connessa alle
braccia e alle mani per cui è corretto fischiare rigore e questo mi
permette di uscire dal campo senza tanti problemi.
3-3 come da copione scritto dalla giacchetta nera, pardon, dal canarino giallo.
Ragazzi per me la partita è finita tre a due per l'Astra e non per
il rigore del secondo tempo, ma per quello non dato nel primo e soprattutto
perché ho rivisto , almeno per una parte della partita giocare a pallone
come ci piace.
Domenica prossima ci aspetta la Coppa ancora col San Leo e con la certezza
che giocheremo per vincere.
Forza ragazzi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!